Gli ultimi studi sembrano davvero confermare che ci sia proprio il Ponte Gobbo sullo sfondo del dipinto più famoso al mondo.
Chissà se si riuscirà mai ad accertare con assoluta sicurezza se il Ponte Gobbo di Bobbio abbia davvero fatto da sfondo al volto del dipinto più famoso al mondo, conservato al Museo del Louvre di Parigi.
La suggestione c'è, ed è inutile negarlo.
Solo immaginare, che intorno all'anno 1503 Leonardo da Vinci si trovasse in Val Trebbia a dipingere il suo capolavoro più conosciuto, lascia a bocca aperta.
Un capolavoro tanto grande quanto piccolo nelle dimensioni, la Gioconda misura infatti solo 77x53 cm.
Anche se vi sono pareri discordanti il volto della donna nel ritratto viene storicamente identificato come quello di Lisa Gherardini, meglio conosciuta come "Monna Lisa" (Monna è il diminutivo di Madonna).
Monna Lisa era la moglie del nobile fiorentino Francesco del Giocondo, da qui l'appellativo di "Gioconda" attribuito alla sua sposa.
A non essere d'accordo sull'"identificazione" di Monna Lisa è anche la ricercatrice Carla Glori, che sostiene invece che la donna ritratta da Leonardo da Vinci sia Bianca Sforza, moglie di Sanseverino signore di Bobbio.
Ed è proprio la stessa Carla Glori a sostenere che alle spalle di Monna Lisa ci sia il Ponte Gobbo di Bobbio.
Secondo la teoria della ricercatrice, quella che si vede nel dipinto sarebbe la prospettiva del Ponte Gobbo che Leonardo da Vinci avrebbe potuto avere affacciandosi ad una finestra del piano superiore del Castello Malaspina di Bobbio.
La tesi della ricercatrice è supportato da uno studio in 3D realizzato in collaborazione con lo Studio degli architetti Bellocchi di Piacenza.
Inoltre, comparando il Ponte Gobbo con i disegni originali del XVIII secolo, dove si denota chiaramente che il ponte aveva solo 5 archi, si avrebbe una ulteriore conferma dell'altissima probabilità che Leonardo abbia realizzato il suo capolavoro proprio in Val Trebbia.
Ci sono poi altri elementi, sempre secondo la teoria della ricercatrice Glori, che rafforzerebbero la sua tesi.
Anche gli ofioliti della Pietra Parcellara e il Lago di Lagobisione sarebbero rappresentati alle spalle di Monna Lisa.
Chissà se sapremo mai la verità, certamente la suggestione c'è ed è molto forte.
Magari Marco Bellocchio potrebbe anche pensare di fare un film su questa teoria, vista la vena creativa del grande regista non ci sorprenderebbe.
Sarebbe un "gran colpo" per tutta la Val Trebbia.
E sempre parlando di turismo non sarebbe una cattiva idea quella di "portare" i turisti ad affacciarsi a quella finestra del Castello Malaspina di Bobbio, e creare la suggestione di poter vedere quello che aveva visto Leonardo...
Chissà, magari un giorno qualcuno ci penserà.
Dopo San Colombano, le parole di Hemingway, il "greige" di Giorgio Armani ispirato alla sabbia bagnata del Trebbia, abbiamo anche il Ponte Gobbo di Monna Lisa.
Materiale su cui lavorare per promuovere la Val Trebbia ne abbiamo, e in abbondanza.