Incastonato fra i boschi dell'alta Val Trebbia, ai piedi del Monte Antola e all’interno del Parco Naturale Regionale dell’Antola, il Lago del Brugneto è uno specchio d’acqua color smeraldo che si estende per quasi un chilometro quadrato di superficie, lambendo i territori dei comuni dell'Appennino Ligure di Torriglia, Propata e Rondanina.
Video: Un Drone da Trekking
Perfettamente incastonato nella natura circostante, il lago ogni anno, soprattutto durante i mesi estivi ma non solo, è meta privilegiata per escursionisti e amanti del trekking e della pesca sportiva.
Storia del Lago del Brugneto
L’invaso, che costituisce la principale riserva idrica della città di Genova e in parte di Piacenza, è di origine artificiale. È stato, infatti, realizzato nel 1959 dall'Azienda Municipalizzata Gas e Acqua di Genova (oggi IREN) per garantire l'approvvigionamento idrico del capoluogo della regione.
Il bacino del Brugneto, il cui nome deriva dall’omonimo torrente dal cui sbarramento è stato ottenuto il lago, ha finito col sommergere anche i terreni occupati da due piccolissimi borghi, Frinti e Mulini di Brugneto, rispettivamente di 15 e 2 case. I pochi residenti vennero fatti allontanare prima di far brillare le vecchie abitazioni con le mine.
Una leggenda molto suggestiva (ma priva di fondamento) sostiene che nei periodi di siccità la punta dell’antico campanile della chiesa del borgo di Frinti affiorerebbe dalle acque. Tuttavia, i vecchi abitanti del paese sostengono che nell’abitato non sia mai stata presente alcuna chiesa o altro edificio adibito a luogo di culto.
Foto di Stefano Penasa
Flora e fauna
Lungo i versanti a Nord del Lago si estendono rigogliosi boschi di faggi e di castagni le cui verdeggianti chiome contribuiscono ad accrescere la bellezza e il fascino del luogo. Nel sottobosco è invece possibile trovare varie specie di fiori e frutti come mirtilli, more, funghi commestibili e non, anemoni e orchidee. A Sud invece si trovano anche prati e campi coltivati, intervallati da boschi di cerri e frassini. Intorno le rive si ergono infine pioppi e salici che durante la piena vengono coperti completamente dalle acque.
La fauna è quella tipica di questa zona dell’Appenino: piccoli mammiferi come faine, volpi, donnole, tassi, ricci, cinghiali e daini. Fra i volatili, sono presenti invece la poiana, il gheppio, la ghiandaia, il picchio e il germano. All’interno del lago infine si trovano numerose specie ittiche come trote, carpe, tinche, lucci, pesce persico, rane e tartarughe di acqua dolce. Un vero paradiso, insomma, per tutti gli appassionati di pesca sportiva!
Sentiero del Brugneto
È possibile effettuare il giro completo del Lago del Brugneto seguendo il Sentiero omonimo. Quest’ultimo si sviluppa in alcuni punti lungo il perimetro del lago, mentre in altri si è costretti ad inerpicarsi lungo i pendii e i boschi circostanti.
Durante il percorso, lungo circa 14 chilometri (circa 6 ore di cammino) e contrassegnato da un cerchio giallo pieno barrato, si ha la fortuna di ammirare, oltre la flora e la fauna locale, anche i resti di alcune Case Celtiche, caratteristiche costruzioni costituire da due pareti di pietra disposte a gradoni e ricoperte da un tetto di fieno e paglia.
Tour della Valle del Brugneto
Oltre ad effettuare il Giro del Lago, gli amanti del trekking o della camminata possono effettuare il Tour della Valle a piedi, oppure in mountain bike. La lunghezza del percorso è di 5,6 km, di cui oltre il 90% di strada sterrata (200 m il dislivello).
Il tour prende il via dalla frazione Caprile nel Comune di Propata, nelle vicinanze del ristorante "Da Berto". Dopo aver superato il locale, dopo circa 100 m, si solta a sinistra per raggiungere le ultime case del borgo e arrivare poi ad una stradina molto stretta che conduce fino ad uno sterrato.
Raggiunta la provinciale, il percorso continua all’interno di un bosco e poi in una radura, dopo aver attraversato un rio e un ponte di epoca romana. A questo punto è possibile imboccare a sinistra una sterrata lunga 100 metri che conduce di nuovo sulla provinciale per Propata, oppure seguire il percorso parallelo a destra che si addentra dentro il bosco.
Di qui è possibile raggiungere Propata dal lato del vecchio cimitero, sbucando sulla strada che conduce al Bar Ristorante “Casa del Romano”. Una volta attraversata la carrabile, dopo alcuni metri di strada di terra mista a cemento, sarà di nuovo necessario inerpicarsi nella vegetazione, seguendo un percorso erboso da cui si domina con lo sguardo l’intera vallata con il Lago del Brugneto che si staglia in lontananza.
Dopo alcune decine di metri di percorso in mezzo al bosco, una volta raggiunto un incrocio, si raggiunge il torrente del Brugneto, corso d’acqua che ha dato origine al bacino dopo la costruzione della diga. Questo è il punto d’arrivo del percorso, da cui poi si ridiscende a Caprile passando attraverso i verdeggianti pascoli del Monte Antola.
Torriglia
Il borgo di Torriglia si trova ai piedi del monte Prelà, in una zona collinare occupata prevalentemente dalle acque. Il paese infatti è toccato sia dal fiume Trebbia che dallo Scrivia, oltre che dal bacino del Lago del Brugneto. La strada che da Piacenza conduce al borgo è un susseguirsi continuo di scorci e panorami suggestivi, fra boschi di faggio e di castagno e le rive scintillanti del Trebbia.
Sia il borgo che lo stesso Lago fanno parte del Parco naturale regionale dell’Antola di cui ospita, la cui sede amministrativa si trova presso l’edificio della Torriglietta, in via della Provvidenza a Torriglia. Qui hanno sede anche un centro visitatori, il CST Alta Via dei Monti Liguri e il centro di turismo equestre “Mulino del Lupo”.
Il centro storico della cittadina conserva i resti del Castello dei Fieschi, teatro della storia del paese per diversi secoli. Prima di proprietà dei Malaspina, il maniero entro in possesso dei Fieschi dal 1250 al 1547, quando entro in mano alla potente famiglia dei Doria.
Nell’attuale Piazza Fieschi era concentrata la vita commerciale del borgo. Qui si trovano botteghe, osterie e officine, e qui si tenevano le grandi fiere annuali di maggio e settembre, dedite alla vendita del bestiame e delle merci. Durante il Medioevo, infatti, Torriglia, così come altri paesi della Val Trebbia, fungeva da importante luogo di scambio, facendo così da cerniera tra la zona costiera e le regioni padane.
Torriglia, in particolare, si trovava proprio al centro di una delle più importanti direttrici in quando qui confluivano strade e mulattiere dell’Antola e della Val Trebbia, creando un filo diretto con i ricchi territori di Bobbio e di Piacenza. L’importanza del luogo non passò inosservata neppure ai monaci di San Colombano, che qui fondarono l’importante Abbazia di Patrania, menzionata in un documento del 972 dell’imperatore romano Ottone II.
La pianta del borgo antico di Torriglia ha la caratteristica forma di un triangolo, dove la base è rappresentata dall’attuale Via Roma mentre il vertice è costituito dal Castello. L’abitato era privo di mura, ma le case, costruite le une a ridosso delle altre, fungevano comunque da linea di difesa verso l’esterno. Secondo alcuni antichi documenti, pare ci fosse anche una porta nel punto più stretto di via Roma che veniva opportunamente chiusa ogni notte.
Forse a ricordo di questo particolare, esiste tuttora il detto “A Bella de Torriggia: tutti a vêuan, nisciûn a piggia” (“Sei come la bella di Torriglia: tutti la vogliono e nessuno la piglia”). La bella in questo caso potrebbe essere stata Clementina (o Celestina), la giovane amante di Sinibaldo Fieschi, una figura ormai entrata nella leggenda. A ricordarla, c’è anche un quadro del pittore Piero Lumachi esposto sotto l’achivolto nel centro storico del paese.
La Bella di Torriglia
Anche se non vi è certezza su chi sia stata veramente la Bella di Torriglia o perfino se sia esistita veramente, per alimentare in qualche modo la leggenda circa quindici anni fa l’artista torrigliese Piero Lumachi fu incaricato di dare un volto a questa donna.
La figura della bella è rappresentata nel quadro vestita di abiti ottocenteschi e con in mano una brocca, molto usata in passato nelle osterie per servire il vino. La donna si trova all’interno della sua casa e ai suoi piedi c’è un gatto nero, simbolo di piazza Fieschi, dove doveva trovarsi l’abitazione stessa. Sulla sedia di intravede anche una terrina di legno con all’interno dei funghi, prodotto tipico dei boschi che circondano il paese.
Purtroppo, oggi molti lamentano come sia possibile vedere la Bella dipinta nel quadro solo di giorno, in quanto il punto in cui si trova non è dotato di lampadine.
Come arrivare
In auto: Da Torriglia (GE) SP n.15 per la località Santa Maria del Porto e quindi per la diga. Montebruno (SS 45 GE-PC) SP n.15 seguendo le indicazioni per Retezzo.