Abbiamo preso in prestito il nome dell'incontro pubblico organizzato ieri, sabato 11 marzo, dal Piacenza Wild Life Rescue Center.
L'incontro, su cui ci soffermeremo successivamente, è stato organizzato per cercare di mettere un po' d'ordine sui numerosi e ingiustificati allarmi provocati dalla stampa e dai social.
Ma prima cerchiamo di raccontare brevemente la storia del lupo in Italia negli ultimi 100 anni.
Iniziamo col dire che la presenza del lupo in natura è fondamentale per garantire la biodiversità. Il lupo è un predatore che si nutre di animali selvatici, specialmente ungulati come cinghiali, cervi, daini, caprioli. Normalmente il lupo vive in branchi di 4 o 6 unità ed occupa zone piuttosto ampie con spostamenti anche di centinaia di km.
Il lupo è un animale estremamente intelligente con una capacità di adattamento molto elevata. È molto protettivo verso i suoi cuccioli, non solo da parte dei genitori ma anche da parte degli altri elementi del branco.
Cento anni fa la presenza del lupo era molto diffusa anche nelle aree pianeggianti della Pianura Padana, a quei tempi era una specie che si poteva cacciare liberamente, e questo porto la specie ad essere a forte rischio di estinzione.
Dal 1971 è diventato una specie protetta con l’introduzione della Legge Natali che ne vietò la caccia e l’uccisione per mezzo di bocconi avvelenati.
Ricordiamo che dal 1979 grazie alla Convenzione di Berna il lupo è una specie fortemente protetta anche nei Paesi dell’Unione Europea.
Intorno agli anni 70 la sua presenza era relegata alle zone appenniniche e di alta montagna, negli ultimi anni la diffusione numerica della specie e alcuni comportamenti non proprio ortodossi da parte dell’uomo, lo ha riavvicinato alle zone pianeggianti e più antropizzate.
A cosa serve il lupo?
Come dicevamo in precedenza la presenza del lupo è fondamentale per garantire la biodiveristà. Un esempio è dato dal fatto che il lupo viene considerato dagli esperti "il medico" della peste suina. Infatti i cinghiali colpiti dalla febbre suina mostrano segni dell'infezione entro pochi giorni e sono più deboli e vulnerabili rispetto agli individui sani. Questo evidentemente li rende un preda più facile per il lupo. Di fatto l'uccisione di animali infetti diminuisce i focolai della malattia e riduce le possibilità di ulteriore diffusione.
Chi sono i nemici del lupo?
Di fatto in Italia l'unico vero nemico del lupo è l'uomo. Può capitare che un lupo rimanga vittima dei cinghiali che si difendono quando vengono attaccati.
Il lupo attacca l'uomo?
Il lupo è pur sempre un animali selvatico, e in quanto tale è sempre consigliabile tenersi a debita distanza. Tuttavia il lupo non attacca l'uomo perché non lo riconosce come una preda ma come una minaccia per se stesso.
Quanti lupi ci sono in Italia?
Alcune stime hanno calcolato la presenza di circa 3.300 lupi sul territorio peninsulare italiano. Non sono registrate presenze in Sicilia e in Sardegna.
Veniamo ora ai giorni nostri.
Recentemente alcuni avvistamenti vicino ai centri abitati e alcuni episodi di predazione verso animali domestici sono stati esageratamente enfatizzati sulla stampa e sui social generando allarmi sociali ingiustificati e una sorta di psicosi collettiva.
Anche alcune interviste rilasciate da esponenti politici locali non hanno certo contribuito a rasserenare gli animi, come spesso accade si teme quello che non si conosce.
Come detto all'inizio dell'articolo, per cercare di capire come stanno realmente le cose abbiamo presenziato all'incontro pubblico Il Lupo dall'Appennino al mare.
I relatori dell'incontro sono stati nell'ordine la dott.ssa Fabiana Ferrari responsabile del centro recupero Piacenza Wild Life Rescue Center di Niviano di Rivergaro, la dott.ssa Sonia Braghiroli referente della Regione Emilia Romagna Settore Attività Faunistico-Venatorie, Pesca e Acquacoltura e il biologo Luigi Molinari del Wolf Appenine Center.
L’approccio scientifico, a differenza di quello che accade suoi social e sui mezzi di informazione in generale, ci ha consentito di capire in modo chiaro come non esista nessun allarme sociale nei confronti del lupo, ma molta disinformazione.
Il lupo è un predatore che ha gli stessi comportamenti che aveva 100 anni fa.
Conoscendo i suoi comportamenti si possono adottare tutte le misure necessarie e modificare i comportamenti sbagliati da parte dell'uomo, per continuare a coesistere come si è sempre fatto.
Il biologo dott. Molinari ha spiegato come Il tracciamento di esemplari dotati di radio collari e le foto trappole hanno evidenziato che il lupo con ogni probabilità si è avvicinato alle zone pianeggianti perché nella nostra provincia e in quelle limitrofe sono presenti numerosi allevamenti di bestiame.
È normale prassi che in questi allevamenti le placente provenienti dai parti e gli animali morti vengano depositati nelle adiacenze degli allevamenti stessi per essere smaltiti. Se capita che per qualche ragione lo smaltimento non venga fatto immediatamente questa situazione può attirare i lupi.
A volte accade anche che questo smaltimento non avvenga in modo completamente legale depositando gli animali morti nei letamai adiacenti agli allevamenti.
Queste situazioni procurano ai lupi pasti “facili” senza dover cacciare.
Queste affermazioni sono documentate da numerose foto e video.
Vi è poi la questione legata ai cani da caccia che sono stati sbranati dai lupi.
Anche in questo caso comportamenti più responsabili da parte dei proprietari possono evitare queste situazioni.
Se lasci il tuo cane libero durante una battuta di caccia, come è normale che sia, oltre al rischio che possa essere ucciso da un cinghiale c’è anche il rischio che possa incontrare un lupo.
Percentualmente accade molto molto più frequentemente che un cane possa essere ucciso da un cinghiale, ma questo non fa notizia e difficilmente il fatto viene riportato dalla stampa.
Altre situazioni possono attrarre i lupi, come ad esempio il cibo lasciato per gli animali domestici in luoghi non protetti, o peggio lasciare gli animali domestici stessi in luoghI scarsamente protetti.
Come sempre accade è la conoscenza delle cose che porta ad vere comportamenti corretti e ad evitare problemi.
Quest'ultimo esempio è particolarmente esaustivo di qual'è il reale impatto del lupo sulle nostre vite.
Nella statistica stilata dalla Regione ER relativamente ai i danni procurati dagli animali selvatici, il lupo è al sesto posto preceduto dal… picchio.
Crediamo che non vi sia altro da aggiungere, se non che stranamente si parla molto poco del fenomeno del bracconaggio, che oltre ad essere illegale e perseguibile penalmente, è anche molto diffuso.
I dati sottostimati in possesso della Regione Emilia Romagna rivelano che per il 30% la causa della morte dei lupi sia proprio il bracconaggio.
Chissà se vedremo qualche titolone di giornale anche su questo argomento.
Abbiamo cercato di sintetizzare tutte le informazioni raccolte in oltre 3 ore di dibattito, chi volesse approfondire può farlo qui: Centro Tutela Fauna