L'Abbazia di San Colombano rappresenta il simbolo più importante di una città, Bobbio, che vanta storia e tradizioni culturali antichissime. Il Monastero, fondato dal frate irlandese Colombano, poi diventato Santo, fu anche il primo nucleo intorno al quale nacque e si sviluppò progressivamente il tessuto urbano del Borgo di Bobbio.
L'Abbazia fu fondata nel 614 e, tra il VII e il XII secolo, divenne uno dei più importanti centri monastici d'Europa, tanto da essere considerata la Montecassino dell'Italia settentrionale. Il catalogo del suo Scriptorium giunse nell'anno 982 a comprendere oltre 700 codici e, dopo la dispersione di questo patrimonio, continuò a conservare 25 dei 150 manoscritti più antichi della letteratura latina al mondo.
La sua influenza si estendeva in Italia e in Europ, grazie anche alle abbazie e monasteri fondati dal suo ordine monastico a partire dall'età dei Longobardi. Nacque e crebbe così il Feudo monastico di Bobbio, che fu poi sostituito dalla Contea vescovile di Bobbio.
La storia di una delle Abbazie più importanti d’Europa
La fondazione dell'Abbazia di San Colombano risale al periodo in cui i Longobardi avevano invaso la parte settentrionale della penisola italiana. Dopo il re Alboino, Agilulfo si dimostrò inizialmente meno ostile nei confronti della Chiesa Cattolica. La moglie Teodolinda era infatti una fervente cattolica e lui stesso in seguito si convertì proprio grazie alla predicazione di Colombano. Fu in occasione del proprio battesimo che il re longobardo donò a San Colombano una chiesa in rovina che sorgeva presso Ebovium, un luogo ormai devastato e spoglio dopo l'invasione, che aveva fatto parte del Patrimonio di San Pietro.
A partire da quella chiesa, furono erette le mura della futura abbazia, e della biblioteca che nacque ospitando i manoscritti che il Santo aveva portato con sé dall'Irlanda. Il nucleo originario del cenobio, quindi, fu costruito proprio a partire dall'antica Chiesa di San Pietro, che sorgeva sul luogo dove, poi, sorse il Castello Malaspiniano. L'edificio fu progettato sullo stile dei monasteri irlandesi, composti da capanne di legno raccolte intorno alla chiesa, il tutto circondato a una palizzata.
Dopo la morte di Colombano, la direzione del cenobio passò prima al fedele Attala e poi a Bertulfo, entrambi divenuti santi a loro volta. Il re Arioaldo, che era di fede ariana, fece uccidere Bladulfo, monaco di Bobbio, perché non lo aveva salutato in quanto ariano. Secondo la leggenda, Attala riportò in vita il monaco e, inoltre, liberò Arioaldo da una possessione diabolica, frutto del suo crimine. Fu così che il re longobardo decise anch'egli di convertirsi.
Nel 628, Papa Onorio esentò l'Abbazia dalla giurisdizione episcopale, rendendola così direttamente soggetta alla Santa Sede, mentre con l'abate Bobuleno fu introdotta la Regola Benedettina, che portò all'ingresso nella Congregazione di Monte Cassino. Grazie all'opera dei discepoli di San Colombano, un sempre maggior numero di Longobardi entrò a far parte della Chiesa cattolica, e trionfò definitivamente la lotto contro l'eresia ariana.
Alla fine del IX secolo, al fine di accogliere la sempre crescente comunità monastica, l'abate Agilulfo prese la decisione di spostare il complesso monastico più a valle, dando il via alla costruzione di un nuovo monastero, trasferendo quindi il complesso nella posizione attuale. Nonostante la crescente potenza e fama del monastero, tuttavia, i monaci osservanti la Regola Colombaniana conducevano una vita decisamente austera, praticavano il digiuno, pregavano e si dedicavano quotidianamente al lavoro.
Nel 1014, l'imperatore Enrico II concesse a Bobbio la sede vescovile, e Pietroaldo, già abate, divenne il primo vescovo di Bobbio. Inizialmente, quindi, i vescovi ebbero come residenza proprio l'Abbazia di San Colombano. Più tardi, grazie all'intervento di Federico Barbarossa, nel 1153, furono confermati i diritti e i beni dell'Abbazia, e riconosciuti quindi i poteri temporali dei suo abati. Un potere che fu confermato e rafforzato anche da Papa Innocenzo, che nel 1199 con due apposite bolle restituì definitivamente all'Abbazia pieni poteri spirituali e temporali.
Da tempo, comunque, il monastero era diventato del tutto autosufficiente, essendo dotato di foresterie, cantine, mulini, forni, laboratori, magazzini, stalle, e anche di un'infermeria e del “Giardino dei semplici”, un orto dedicato alla coltivazione di erbe medicinali.
La comunità formata dai monaci dell'Ordine di San Colombano venne sciolta da Papa Niccolò V nel 1448 e, in seguito, a subentrare furono i monaci benedettini della Congregazione di Santa Giustina di Padova. Nel 1803, invece, le truppe francesi, come accadde ovunque, sottrassero ai monaci l'Abbazia e la Chiesa di San Colombano.
Luogo di fede e di cultura: la Biblioteca
L'importanza dell'Abbazia crebbe, raggiungendo anche l'Irlanda. da cui proveniva Cumiano, che fu monaco a Bobblio, così che l'abate Gunebaldo riuscì a raccogliere 70 preziosi volumi nella sua Biblioteca, tra cui l'Antifonario di Bangor.
Nel X secolo lo studioso Ludovico Muratori pubblicò un catalogo che raccoglieva tutte le opere presenti nella biblioteca, a dimostrazione dell'ingente patrimonio di cultura e di sapere che il monastero aveva saputo creare e far prosperare.
Nel 982, Gerberto d'Aurillac, che poi diventerà Papa Silvestro II, divenne abate di San Colombano, e qui compose il suo famoso trattato sulla geometria.
Più tardi, nel 1616, fu il cardinale milanese Federico Borromeo a recuperare ben 86 volumi provenienti dalla Biblioteca di Bobbio: tra questi il Messale di Bobbio, l'Antifonario di Bangor e parte della Bibbia di Ulfila, risalente al 911 circa.
Molti altri volumi, invece, furono donati a Papa Paolo V nel 1618, e confluirono quindi nella Biblioteca Vaticana. Un gran numero di libri finì a Torino, presso i Reali Archivi e presso la Biblioteca Universitaria, fino al terribile incendio dei primi del '900. Attualmente, quanto resta dell'intero corpus dei codici bobbiensi è quindi conservato principalmente presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, la Biblioteca Vaticana di Roma e la Biblioteca nazionale di Torino
Pregi Architettonici e artistici del Complesso abbaziale di San Colombano
Il complesso abbaziale di San Colombano visibile oggi è quello che risale alla fine del XV e all'inizio del XVI secolo. I lavori di ristrutturazione e ampliamento, infatti, conservarono solo parti della struttura della basilica protoromanica, che sono visibili nell'abside, nella torre campanaria e nello splendido pavimento a mosaico.
Del monastero dell'XI secolo, invece, si è conservato il Refettorio, che oggi ospita il Museo della Città. Il complesso comprende anche la Basilica con la piazza San Colombano, il corridoio con l'abitazione abbaziale, il Chiostro e i Giardini interni, e il Museo dell'Abbazia corrispondente all'antico Scriptorium, il porticato con il giardino di Piazza Santa Fara, l'ex Chiesa delle Grazie e le ex Carceri con il Tribunale.
La Basilica rinascimentale, costruita tra il 1456 e il 1522 sui resti della chiesa medievale, conserva molti affreschi legati alle Sacre Scritture, tra cui un riferimento al Versetto 6,63 del Vangelo di Giovanni. Un aspetto che è valso all'edificio la definizione di “Basilica dello Spirito”.
Gli affreschi delle navate e del transetto sono invece opera di Bernardo Lanzani, che si fece ispirare da Albrecht Durer, e a loro volta riprendono il tema centrale dello Spirito sviluppato attraverso le citazioni. Il Coro ligneo risale al 1488, e fu realizzato dal frate Domenico di Piacenza. Al suo interno sono visibili anche la Vasca battesimale, risalente al VII secolo, che la leggenda vuole dono della regina Teodolinda a San Colombano, e l'abside quattrocentesca, dalla strana forma rettangolare e asimmetrica, che è slegata dal resto della chiesa.
La cripta ospita la Cappella Maggiore con il mosaico di San Colombano, risalente all'XI secolo, il sarcofago del Santo, realizzato da Giovanni de' Patriarchis nel 1480, il Sepolcro di Sant'Attala e quello di San Bertulfo, e la Cappella di San Colombano, che custodisce la statua del santo in grandezza naturale, e un affresco della Madonna dell'Aiuto.
Da notare poi, sopra il portale di accesso e sotto il Portico detto “Paradiso”, la scritta che rimanda all'Ordine dei Templari “Terribilis est locus iste” (trad. “Questo luogo è terribile”) che indicava un luogo la cui sacralità e il cui mistero non doveva essere profanato, pena la morte.
Il Museo dell'Abbazia, fondato nel 1963, è allestito nei locali dove sorgeva lo Scriptorium del Monastero e la Biblioteca, e conserva reperti che vanno dai primi secoli dell'epoca cristiana fino alla metà del XVI secolo.
Il Museo Collezione Mazzolini è invece un museo d'arte moderna e pinacoteca ospitato negli ambienti superiori della Biblioteca del Monastero. La Collezione Mazzolini comprende ben 899 opere, tra quadri e sculture, che recano la firma di artisti come Giorgio De Chirico, Mario Sironi e Lucio Fontana.
Il Museo della Città, infine, è collocato nel Chiostro interno, in ambienti che risalgono al IX secolo, e comprende l'antico Refettorio e l'affresco della Crocifissione attribuita a Bernardino Lanzani, le Cucine e il cavedio sotterraneo, e la grande cantina con ghiacciaia. Il percorso espositivo ricostruisce la storia dell'Abbazia di San Colombano, dello Scriptorium e della città di Bobbio.
L'intero complesso e la sua proposta museale offrono un magnifico esempio di attrazione in cui storia, architettura e arte convivono insieme in maniera indissolubile, offrendo la possibilità, a chi li visita, di compiere un affascinante salto nel passato. Una prerogativa dello splendido Borgo medievale di Bobbio.
MUSEO DELLA CITTA'
Ingresso corridoio dell'Abbazia di San Colombano
Orario di apertura:
da Novembre a Marzo:
sabato: 15.00 - 17.00
domenica e festivi: 10.30 - 12.30 e 15.00 - 17.00
Aprile, Maggio, Giugno, Settembre, Ottobre:
sabato 16.30 - 18.30
domenica e festivi 10.30 - 12.30 e 16.30 - 18.30
Luglio e Agosto:
da mercoledì a sabato: 16.30 - 18.30
domenica e festivi 10.30 - 12.30 e 16.30 - 18.30
Biglietto d'ingresso € 3,00
Ridotto € 2,00 ( over 65, ragazzi dai 7 ai 14 anni, gruppi di almeno 10 persone, soci TCI)